Nucara a Somma Vesuviana/Un successo la festa provinciale del Pri napoletano

Meno Stato dove si può, più Stato dove deve

Il rientro di Giuseppe Ossorio nel Pri è coinciso con una straordinaria intensificazione dell’attività repubblicana nella Regione Campania. Il primo partito a far rinascere una festa provinciale dell’Edera è stato quello di Napoli sabato e domenica scorsa a Somma Vesuviana. Per due giorni i dirigenti ed i militanti del Pri si sono impegnati nei dibattiti con i cittadini, che hanno partecipato con grande attenzione agli incontri, a dimostrare che della buona politica, soprattutto in Campania, c’è bisogno, e il Pri offre ancora delle garanzie a riguardo. La Festa ha vissuto la sua giornata culminante domenica, aperta dall’intervento di Giuseppe Ossorio sul progetto liberaldemocratico del partito, che in Campania ha già dimostrato capacità di aggregazione; un’intervista al presidente nazionale dell’Agci, Rosario Altieri; una del giornalista Gian Mario Nucci allo storico grafico del Pri Michele Spera che ha presentato il libro di Giancarlo Tartaglia dedicato alla "Voce Repubblicana". I lavori sono stati conclusi dal segretario nazionale del Pri Francesco Nucara che ha seguito tutti gli interventi della giornata seduto nella prima fila di una platea attentissima.

Più ancora dell’attualità politica, l’interesse dei repubblicani della provincia di Napoli è sembrato proprio concentrarsi sul progetto liberaldemocratico del partito, anche per la continuità ideale e storica che repubblicanesimo e liberalismo hanno saputo instaurare nella Regione che ha dato i natali a Francesco Compagna.

Ossorio dà un’interpretazione estremamente pragmatica della liberaldemocrazia, come il metodo del buon governo per eccellenza. Lo Stato non deve vessare i cittadini, ma quando serve deve saper intervenire. "Liberaldemocrazia" non significa quindi aderire al "peronismo liberale", per cui si scelgono posizioni demagogiche e populiste di difficile attuazione. "Meno tasse, siamo d’accordo – dirà Ossorio – poi bisogna spiegare però come si trovano i soldi per far quadrare i bilanci".

Il repubblicanesimo è condizione sufficiente di preoccupazione e attenzione sociale. Una posizione che lo stesso Altieri, intervistato dal direttore del quotidiano "Il Denaro", condividerà pienamente, rimarcando che bisogna sì fermare il declino, ma che nessuno ha la formula magica per farlo e che non basteranno nemmeno gli slogan più efficaci per farlo, piuttosto serve una nuova politica economica.

Nucara, che ha chiuso i lavori, ha ringraziato tutta la dirigenza campana per il grande lavoro fatto in questi mesi, dall’amico Salvatore Scogniamiglio, segretario regionale del partito, al segretario cittadino di Napoli, Alfredo Ponticelli, al provinciale Salvatore Piro, ad un membro della direzione nazionale appassionato come Carmine Pezzullo. Tutti amici che hanno animato la festa ma che soprattutto sono sempre presenti sul territorio. "Ci vuole passione e disinteresse", ha detto Nucara nel suo intervento conclusivo, "per restare, vivere e combattere in questo partito, perché lo sappiamo bene che le soddisfazioni personali sono poche e a volte sono poche anche quelle politiche". Nucara si è rivolto in particolar modo ai giovani, che devono lavorare e studiare di più. Anche per rispetto di chi lo ha fatto per molti anni prima di loro. E’ naturale che le giovani generazioni subentrino a quelle più anziane: il rinnovamento, un Partito come quello Repubblicano, lo chiede al Paese prima che ai suoi dirigenti. Il problema di cui bisogna preoccuparsi è che le nuove generazioni di dirigenti siano più brave, responsabili e preparate di quelle che dovranno sostituire. Altrimenti il partito avrà sempre più difficoltà a sopravvivere. E’ chiaro che il progetto liberaldemocratico è teso anche alla sopravvivenza dell’idea repubblicana e dell’identità politica del partito, e già intercetta un consenso importante, visti quanti, da Montezemolo a Casini, si richiamano all’idea liberaldemocratica. C’è un elemento concreto da non sottovalutare, secondo Nucara, quale la presidenza del Consiglio di Monti, che rappresenta la parte migliore del paese nel suo sforzo di risanamento e di crescita, la parte liberaldemocratica, per l’appunto.

E Nucara distingue fra Monti e il governo, perché quest’ultimo nella sua composizione ministeriale è troppo legato alle logiche di partito. Questo è un governo politico che non ha voglia di ammetterlo, e allora è meglio un accordo alla luce del sole, dove il rapporto fra i partiti ed il governo sia costruttivo, cosa che attualmente non è. E’ vero poi che il mondo liberaldemocratico è molto diversificato al suo interno, ma, anche sotto questo profilo, Monti avrebbe le caratteristiche per rappresentarlo interamente. Nemmeno un acquazzone di fine estate è riuscito ad interrompere il discorso di chiusura del segretario nazionale e rovinare la festa ai tanti cittadini intervenuti.